Uno studio condotto da un team di ricercatori della americana University of Oregon, coordinato dal professor James Meadow rivela che i nostri cellulari sono lo specchio dei batteri che portiamo nel nostro corpo, il cosiddetto microbioma, cioè la somma del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali con la totalità dei microrganismi che popolano il nostro organismo.I ricercatori hanno esaminato i batteri presenti sul touchscreen di un campione di individui e poi i batteri presenti sulle loro mani. I risultati hanno mostrato una elevata concordanza tra il microbioma del cellulare e quello del suo possessore. In media, tocchiamo il nostro cellulare 150 volte al giorno e questo facilita il passaggio dei batteri.
I microbi più abbondanti sui telefonini sono risultati appartenere a 3 generi con cui l'uomo è spesso in contatto: gli streptococchi presenti nella bocca, gli stafilococchi e i corinebatteri che si trovano sulla pelle.
Ora si pensa ad un'applicazione pratica per questa scoperta e cioè alla possibilità di utilizzare gli effetti personali come strumento non invasivo per monitorare la nostra salute.
Secondo gli studiosi, in futuro gli schermi degli smartphones potranno essere usati per tracciare l’esposizione a questi microrganismi, permettendo esami su possibili infezioni direttamente dall’analisi dei display.
Questa scoperta consentirà, anche, di mettere a punto protocolli più rigidi nelle
corsie degli ospedali e nella pratica clinica: quando medici, paramedici e visitatori maneggiano i propri
cellulari in reparto, introducono o portano fuori
dall'ospedale potenziali agenti patogeni cosa non da poco visto che le
infezioni ospedaliere riguardano un paziente su 20.
Foto e testo tratti da
Ansa
https://peerj.com/articles/447/
http://about.me/james.meadow
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